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Apr, 2025
Lo sguardo di Antonietta
Ho visitato per la prima volta la struttura dell’Arcobaleno a fine gennaio dello scorso anno. Ho continuato a frequentarla svolgendo servizio nel sostegno scolastico dei bambini. Tralasciando l’edificio in sé, che è molto bello, funzionale e ricco delle attività prodotte dai ragazzi, mi soffermerei sul capitale umano che distingue questa realtà: l’equipe di professionisti che vi operano, alcuni presenti quotidianamente, altri occasionalmente, per visionare e supportare le attività.
Dietro ad ogni progetto c’è un grande lavoro di team che è adatta continuamente ogni intervento finalizzato alla crescita del bambino. La coerenza educativa e la collaborazione è alla base di ogni buona riuscita. Gli educatori operano in prima linea con i ragazzi.
La prima cosa che ho notato è il sorriso che le distingue, un sorriso che parla di accoglienza ed empatia. Il tono della voce, sempre moderato che, senza togliere spazio alle risa e al divertimento, richiama ai momenti di impegno con dolce autorevolezza.
Rimango affascinata da queste giovani professioniste che cercano di dare una forma di normalità a minori che arrivano da esperienze difficili e talvolta traumatiche, senza sostituirsi alle figure genitoriali, semmai affiancandole nella crescita del figlio.
Quante abilità hanno!
Progettano per garantire ai bambini la presenza dei volontari nello svolgimento degli impegni scolastici e per assicurare loro un tempo libero arricchente, gestito in sicurezza.
Comunicano per trasmettere a tutte le figure coinvolte (bambini, famiglie, adulti, collaboratori, istituzioni varie) la personalità e i bisogni del bambino insieme i suoi progressi.
Sanno stare in equilibrio perché non tutti i giorni sono uguali e spesso è necessario gestire, sempre serenamente, imprevisti e/o momenti estremamente delicati.
Collaborano in ogni contesto che opera con il minore nella complessa rete educativa.
Ascoltano per comprendere e non per giudicare.
Conoscono l’arte dell’improvvisazione: questa capacità non gode di buona fama, essa viene spesso associata all’idea di incompetenza o mancanza di preparazione. Tuttavia va rivalutata poiché è frutto della capacità di prestare attenzione e dunque consiste nell’essere pronti a cambiare direzione di fronte alle sfide inattese. E questo è possibile solo se si è professionisti competenti.
I bambini riconoscono le educatrici come un punto di riferimento importante; con loro lavorano, scherzano, giocano, parlano, svuotano il loro bagaglio emotivo sapendo che sarà accolto e protetto, sentendo che dietro ad una figura “educante” c’è una persona che li ama, esattamente per quello che sono.
Diventare grandi è straordinario quanto faticoso, ognuno ha il suo percorso e i suoi tempi di maturazione e, non ha importanza quando, sicuramente prima o poi ciascuno di loro spiccherà il volo.
L’amore cura.
Antonietta Turrin, volontaria

